Alex Belli: “L’Isola e il G.F. sono due esperienze che porto nel cuore, ma mi piace guardare avanti. In arrivo belle novità”

di Claudio Donato

Con Alex Belli, modello e attore, abbiamo ripercorso alcuni momenti della sua carriera, ma non mancano importanti novità che arriveranno prossimamente.

Alex, è un grande piacere averti su Musicando Live. Iniziamo proprio a parlare di musica, della quale sei un profondo conoscitore. Ricordiamo che sei anche diplomato al conservatorio. Mi piacerebbe avere un tuo parere su quello che è lo stato di salute della nostra musica, spesso oggetto di polemiche per quanto riguarda la melodia e i testi del passato rispetto a quanto si ascolta nell’ultimo periodo.

La salute della musica è sempre positiva. Oltre al classico, ascolto diversi generi. Tutta la musica è degna di essere ascoltata e valutata. Il bello e brutto è qualcosa di soggettivo. Non possiamo dare delle sentenze assolute. Sento un po’ di tutto, soprattutto le nuove tendenze che sono l’espressione dei giovani ma anche delle nuove tecnologie. E’ anche vero che, negli ultimi periodi, alcuni testi possono essere contestati dal punto di vista etico. Ricordo, però, che anche quando nacque la musica rock c’era lo stesso clima. Addirittura si bruciavano i dischi dei Beatles perchè si pensava che fossero qualcosa di satanico. Ho avuto modo di studiare tanto, soprattutto la storia della musica. E’ sempre stato così. In passato ci sono stati Pontefici che scomunicavano musicisti. Erano periodi più difficili rispetto a quelli di oggi. Ogni periodo storico ha le sue tendenze, i suoi poeti, la sua musica. La maggior parte delle canzoni sono scritte o per amore o delusione. L’altra minima parte è legata a situazioni che nascono per denunciare o criticare alcuni aspetti”.

Sei stato un protagonista indiscusso di Centovetrine, soap longeva e molto seguita. Il tuo ruolo era quello di Jacopo Castelli. Dove va ricercato il successo di questa soap televisiva?

Innanzitutto era un periodo florido per la televisione. Gli ascolti erano pazzeschi. Nel primo pomeriggio si registravano circa quattro milioni e mezzo di spettatori. Oggi certi ascolti puoi pensare di ottenerli di sera. Ho vissuto un periodo d’oro, legato alla tv generalista berlusconiana. Qualche giorno fa, su Netflix, ho visto con grande malinconia le tre puntate del “giovane Berlusconi”. E’ stato un periodo clou, dal 2000 fino al 2015. Durante la visione di queste puntate avvertivo il fermento della scrittura e della sceneggiatura. Centovetrine ha avuto il suo successo grazie a Maurizio Costanzo, che ha scritto la sinossi, oltre a 20-25 sceneggiatori e autori. Un grande merito va anche al produttore Daniele Carnacina, il quale ha scoperto un po’ tutti noi e ha capitanato alla grande tutta l’equipe. Chiaramente, venivamo scelti in base a determinati requisiti. Per quanto concerne il mio personaggio, Jacopo Castelli, aggiungo che prima di me avevano visionato più di 450 attori.

Quando mi chiamarono in disparte per comunicarmi che il ruolo era adatto a me, ricordo che rimasi senza parole. Mi dissero che, dal lunedì al venerdì, avremmo girato 12 scene al giorno e che avrei firmato un contratto di due anni. All’ epoca avevo 26 anni e non era una decisione facile da prendere perché avevo anche tante altre cose che stavo facendo. Ebbene sì, quella divenne casa mia per ben otto anni. Non fu una decisione facile da prendere”.

Un passaggio sull’Isola dei famosi. Rifaresti un’ esperienza del genere?

Solitamente non torno dietro per fare cose che ho già fatto. Mi piace sempre guardare avanti. Quell’edizione mi è piaciuta moltissimo, nonostante le difficoltà che dovevamo affrontare ogni giorno. In quel periodo c’erano Alessia Marcuzzi, Rocco Siffredi, Valerio Scanu e vi furono degli ascolti pazzeschi. Era il 2015. Sono state edizioni di grande successo. Lo stesso vale per il Grande Fratello. Tante persone erano ansiose di andare a casa per vedere il susseguirsi delle varie storie. Devo dire la verità, è stato un bel periodo”.

Parliamo del Grande Fratello: c’è qualche aspetto che non ti è piaciuto?

No. Penso sia uno dei programmi più difficili fare, anche più dell’Isola dei famosi. Parlo di sforzo mentale e dialettico. C’è tanto da fare dalla mattina fino a notte inoltrata, sette giorni su sette. Devi fare attenzione a tutto quello che fai o dici”.

Sicuramente non è semplice restare con le telecamere puntate ogni attimo su ognuno di voi.

Certo. Non c’è il classico dietro le quinte. Cosa che avevi nell’Isola quando andavi a pescare. C’ era un po’ di libertà in più. Tornando al Grande Fratello, è un’esperienza che mi è piaciuta molto ma, almeno nel breve periodo, non la rifarei”.

Di “Tale e quale show” che ricordo hai e se è cambiato qualcosa rispetto alle precedente edizioni?

La caratura del programma è un po’ cambiata nel corso degli anni. Nell’ultimo periodo è più una gara di imitazione canora piuttosto che uno show. Nel corso del tempo i programmi cambiano”.

Un desiderio che vorresti realizzare?

Per scaramanzia non aggiungo altro, ma da due anni stiamo scrivendo una serie molto bella. Spero di portarla in scena molto presto. E’ un mio sogno che si sta avverando insieme a dei miei amici autori”.


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