Nick Luciani si racconta a Musicandolive: “La gavetta è fondamentale. Oggi si sono persi valori importanti”

nick luciani

di Claudio Donato

Con Nick Luciani, indimenticata voce dei Cugini di campagna, abbiamo ripercorso la sua carriera artistica. Tanti anni fatti di bei momenti, ma non sono mancate situazioni difficili da superare. Una lunga chiacchierata che vi invitiamo a leggere

Nick, come è nato il tuo incontro con i Cugini di campagna?

“Il nostro incontro risale al 1993. Io avevo già un mio gruppo, nel quale cantavo alcune canzoni dei Cugini di campagna, tra cui Anima mia e Innamorata. C’era un carissimo amico che veniva in vacanza ai Castelli Romani, ma lavorava in un hotel di Roma, spesso frequentato da alcuni discografici, tra cui Ivano Michetti. Questo amico fece ascoltare ad Ivano una mia cassetta e da lì è partito un po’ tutto”. 

Da dove nasce l’ idea di cantare con questo falsetto, anche perché il tuo timbro naturale è da ascoltare, molto bello.

Tutto nacque dal genere e dal look che i Cugini di campagna avevano sempre avuto. Si tratta di un falsetto particolare perché non è nasale, ma molto pulito e gradevole. E’ un un mix tra le due precedenti voci che avevano contraddistino il gruppo. Mi riferisco a  quelle di Flavio Paulin e Paul Manners. Bisognava portare avanti la tendenza del gruppo. Quando i Cugini uscivano, nel 1970, io nascevo (ride ndr).  Con la trasmissione di Fazio e Baglioni, intitolata Anima mia, ci fu una sorta di esplosione. In effetti, quella trasmissione ci ridiede un po’ i nostri vestiti, dato che dal ‘93’- 94’ non portavamo più i tacchi e quant’altro ci aveva sempre contraddistinto. Ci fu un grande successo di serate con più di 140 date. Addirittura allungammo la trasmissione di una puntata perché inizialmente ne prevedeva quattro.

Fu una trasmissione che ebbe un successo di ascolti, superiori a querlli del Festival di Sanremo, che in quell’anno andava in onda parallelamente al nostro programma. Ci furono più di 14 milioni di spettatori. Sanremo si attestò attorno agli 11 milioni e mezzo. Claudio Baglioni incise Anima mia, anche se non capii perché nel disco di Claudio non fu messa questa canzone che avremmo dovuto cantare insieme a lui. Fu inserita Canzone intelligente, che era un pezzo di Cochi e Renato”.

Dopo aver abbandonato il gruppo hai intrapreso la strada da solista con energia ed entusiasmo. Infatti, pubblichi il primo cd intitolato ‘Ricomincio da me’. E’ un disco particolare che hai dedicato a tua moglie.

“Certo, ma non solo. Ci sono dei brani inediti che ho scritto io. Uno di questi è dedicato anche a mia figlia. Si chiama Karen. Poi, come hai giustamente detto, c’è una canzone dedicata a mia moglie Vanessa. Anche lei canta. E’ uscito il mio ultimo singolo L’amore che dai, mentre a fine luglio uscirò con un altro brano. Sono delle canzoni che alternano il falsetto a quella che è la mia voce naturale”.

Dopo una carriera ventennale con il gruppo, se non ci fossero stati alcuni dissidi avresti  lasciato lo stesso?

“Crescendo, con il tempo inizi a valutare tante cose. Certamente ero consapevole che, almeno nei primi anni, ci sarebbero stati dei momenti non facili. So, però, che molte persone mi amano. In effetti, dopo 20 anni trascorsi con il gruppo, qualcosa ho dato anche io”.

Come hai scoperto di avere questo falsetto raro, che abbraccia quattro ottave, paragonabili a quelle che riesce a raggiungere una donna.

“La donna, rispetto al mio falsetto, ha quasi due toni in più, ma non ha le due ottave basse. Quelle tipiche del cantante maschile per intenderci. E’ sicuramente un dono. Forse è l’aria dei Castelli Romani (ride ndr). E’ importante fare una vita corretta, non bere alcol perché danneggia le corde vocali”.

Con quale collega ti piacerebbe fare qualcosa?

“Mi piacerebbe fare un duetto con Antonella Ruggiero, anche lei ha un grande falsetto. Sono due falsetti che si fonderebbero molto bene”.

Come vedi i talent? 

“Io resto sempre dell’avviso che la gavetta sia importantissima. Consiglio ai giovani di restare sempre con i piedi per terra. Ci sono sfaccettature positive e negative. La vita offre sempre sorprese. Quelli che restano sono in pochi. Bisogna vivere i talent nella giusta maniera, continuando a fare anche altre cose. Chi ci guadagna è la tv”.

La discografia è un po’ cambiata, diciamo che le serate sono l’unica ancora di salvezza perché la vendita dei dischi è a dir poco scemata. L’avvento di internet ha portato tanti vantaggi ma anche qualche problema agli artisti. Un tuo  punto di vista su tutto questo?

“Io non riesco a comprendere come vengano gestiti i social. Uso molto la mia pagina personale e quando posto un brano, le  visite che dovrei trovare su youtube non corrispondono. Qualcosa non va, come se ci fossero dei blocchi. Vorrei che qualcuno mi  spiegasse questa cosa”.

Nelle tue canzoni porti avanti il tema dell’amore, una tematica che ha bisogno di una certa sensibilità. Secondo te  la si sta perdendo?

“La tecnologia ha influito molto nel raffreddare le persone. Prima le cose si conquistavano, così come l’amore. Oggi è tutto a portata di mano. Tra gli stessi giovani noto molta insoddisfazione. Sembra che abbiano tutto ma non hanno nulla. Manca il rispetto per le persone più anziane. Sono cose che fanno male, prima la figura del nonno era rispettata, oggi non è più così”.

Mi fa piacere sentirti dire queste cose perché hai dei grandi valori. Ricordo di aver ascoltato una tua intervista nella quale dicevi che a tua figlia, prima dei 18 anni, non avresti mai comprato un cellulare. E’ ancora così?

“Quello che dici è vero. Io e mia moglie crediamo ancora nei valori sani. Mi rispecchio negli insegnamenti di mio padre e mio nonno.  Per quanto riguarda il cellulare, ancora oggi mia figlia non ce l’ha. Il telefono diventa una moda che può essere molto pericolosa. E’ una macchina che deve essere usata per cose serie”.

Un consiglio a tanti giovani che vogliono cantare. Come devono gestire i momenti difficili. Chi più di te può dare qualche dritta interessante. Che diciamo a questi ragazzi?

“Nessuno gli vieta di cantare, ma bisogna portare avanti più progetti perché non è detto che tutto vada come uno spera. Oggi ci sono tanti compromessi e se non sei forte è molto facile perdersi. La mia gavetta è stata molto utile perché mi ha dato quell’esperienza necessaria per affrontare periodi difficili”.

Ho apprezzato molto la forza che hai avuto nel rimetterti in gioco in un periodo buio. Complimenti perché non devi dire grazie a nessuno.

“Ti ringrazio. Le tue parole mi fanno molto piacere. Hai ragione, anche se non è stato facile. Io gestisco direttamente i miei contatti e mi sono reso conto che non è una cattiva idea. Ci sono anche dei manager bravi, che sanno fare il loro lavoro. Non vorrei che passasse un messaggio sbagliato, ma bisogna affidarsi alle persone giuste”.


2 risposte a "Nick Luciani si racconta a Musicandolive: “La gavetta è fondamentale. Oggi si sono persi valori importanti”"

Lascia un commento