Raffaele Poggio: “Fiori di ceramica nasce dalla sofferenza di un mio fan. Vuole essere un messaggio di forza e positività”

di Claudio Donato

La musica, uno strumento portartore di positività e sostegno verso chi affronta momenti di difficoltà. È così che la vede il cantautore Raffaele Poggio, che abbiamo ascoltato in occasione del suo brano “Fiori di ceramica“, nato dopo una particolare situazione.

Raffaele, ci spieghi come nasce “Fiori di ceramica”?

E’ una canzone che nasce dalla storia di Fabiano, un mio fan. Mi contattò privatamente e mi disse che la mia musica lo aveva aiutato tantissimo nella lotta contro la leucemia. In particolare un mio brano, intitolato “L’estate sei tu”. E’ il regalo più grande che potessi ricevere in tanti anni di musica. Successivamente mi venne l’idea di scrivere una canzone per lui, cercando di dare parole e musica ai suoi stati d’animo. Così è nata Fiori di ceramica. È un brano che va esteso anche a chi affronta momenti di difficili, che non siano necessariamente legati ad una malattia. Nella scrittura di questa canzone ho pensato molto anche alle mie difficoltà personali, dalla depressione ad un intervento al cuore che ho dovuto affrontare lo scorso anno, passando dal bullismo fino ad arrivare al mobbing nel mondo del lavoro. Nonostante tutto, oggi sono ancora qui, pronto a portare avanti la mia musica e la recitazione, in quanto sono anche un attore. Fiori di ceramica vuole essere un messaggio di forza e positività”.

La musica deve servire a infondere speranza e forza a chi ascolta e attraversa momenti bui. È questa la missione di un vero artista. Ti faccio i complimenti.

Grazie. L’ importante è raccontare la verità. Per essere credibile devi portare le tue emozioni. Se vuoi arrivare al cuore di chi ascolta devi sapere di cosa si parla”.

Ci parli un po’ del video che hai girato, sempre con il proposito di affrontare con coraggio certe situazioni?

“Il video è stato diretto da Gianfranco Busanca che è anche il mio regista di fiducia. Gianfranco è bravissimo a trasformare in realtà le mie idee. Poi mi sono avvalso della collaborazione di Tiziana Caboni, che prende dei manichini e oggetti in disuso e gli dà una vita. Prendere un manichino, che non ha vita, e ridargli colore, rende perfettamente quello che era il mio scopo. Nel fare questo Tiziana è stata bravissima”.

Non credo di sbagliare, ma fare musica per te è qualcosa che va oltre l’ aspetto personale o il mettersi in mostra. Il tuo obiettivo primario, almeno da quanto percepito, è trasmettere qualcosa ed essere di aiuto a chi ascolta. È come dire: non mi interessa la gloria personale, ma ciò che riesco a fare arrivare alle persone. È giusta la mia impressione?

Hai ragione. E’ proprio così. In questo periodo, non te lo nascondo, mi manca molto il contatto diretto con il pubblico. Il live ti dà delle sensazioni uniche, incredibili. Il coronamento di tutto è proprio l’interscambio di emozioni tra te e il pubblico”.

Ci dici come nasce la tua passione per la musica?

Ho sempre ascoltato tanta musica. Negli anni ‘80-’90 sono cresciuto con la musica dance e cantanti come Madonna e Baglioni. Poi sono passato al latino, un genere che mi piace molto. La scintilla che diede origine a tutto avvenne durante un brano di Eros Ramazzotti. Per la prima volta cantai davanti al pubblico”Se bastasse una canzone”. Ero in un pub. Da quel momento decisi di studiare canto in maniera privata per poi diplomarmi come cantante e attore presso la Fondazione Erba di Torino. Seguirono i primi festival e qualche band nella quale ho sperimentato le mie canzoni”.

Cosa pensi di ciò che ascoltiamo oggi e soprattutto quale aspetto bisognerebbe valorizzare maggiormente?

Bisognerrbbe valorizzare l’aspetto umano. Siamo in un’epoca dove il consumismo è diventato predominante e ha influenzato la produzione artistica. Oggi si guarda soltanto al business. Non esiste più l’obiettivo di comunicare qualcosa. Si pensa a fare arrivare un brano in contesti che siano in grado di monetizzare. Nonostante questo, però, sono convinto che passerà un po’ di tempo, ma si tornerà al bisogno di ascoltare ‘vera’ musica. Prima o poi le menti si risveglieranno e avranno bisogno di tornare a vivere”.

A questo punto, credo che il tuo desiderio principale sia soltanto quello di portare in giro la tua musica?

“Il mio desiderio è proprio questo. Vivere di musica e fare tanti live per portare in giro la mia musica. Il mio scopo è regalare gioia e qualche spunto di riflessione con canzoni più impegnative come Fiori di ceramica”.


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