Annalisa Minetti: “Mi piacerebbe tornare a duettare con Ramazzotti. Frizzi? Un esempio di vita. Non sapeva dire di no a nessuno”

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di Claudio Donato

Annalisa Minetti – su Musicandolive –  ha parlato del progetto ‘Nemico Invisible’ e di tante altre importanti iniziative

Annalisa, da dove nasce questa tua passione per la musica?

“Ho amato la musica da piccolina, fin dai tempi della danza classica. Quando c’era la possibilità di cantare ero sempre in prima linea. Mio zio era un cantante professionista, che negli anni ’60 vinse anche il ‘Microfono d’oro’. Un giorno mi disse che avevo un bel talento e dovevo coltivarlo, dandomi  la possibilità di fare la cosiddetta gavetta attraverso diverse serate di pianobar.  Capii subito che quella sarebbe stata la strada giusta da prendere”.

Entriamo nello specifico: affrontiamo nel dettaglio questo bel progetto ‘Nemico Invisibile’ ?

“Certo. Da tanti anni sono impegnata nel sociale e ad un certo punto ho avvertito l’esigenza di fare un po’ da megafono per tante persone. Quando siamo stati colpiti dal Coronavirus, ho capito che la musica doveva diventare il principale mezzo di comunicazione. Come ben sai sono anche una sportiva, ma mi sono resa conto che, per colpa del distanziamento, lo sport non poteva avere la stessa forza della musica. Quindi ho chiamato Mario Biondi e  Marcello Sutera, un bassista molto famoso nel mondo, per creare un’etichetta discografica che producesse musica soltanto per progetti benefici.  Attraverso l’azienda Olè Artist e al suo amministratore delegato, il mio amico Massimiliano Passante, è nato il progetto ‘Nemico Invisibile’, che parla del disagio che l’emergenza Coronavirus ha creato. 

Un disagio molto ampio, che non è legato soltanto alle vittime che ci sono state, ma a tante altre cose che non si fermeranno con il vaccino. L’economia del nostro paese si è bloccata e l’unico nostro potere è la volontà. Con Mario Biondi abbiamo creato una prima canzone che si chiama ‘Il nostro tempo’, ma a breve uscirà ‘Compassion’, un pezzo che coinvolge Mario e un cast di altissimo livello. Questa seconda canzone è destinata a  tutelare le baraccopoli di Messina, che ospitano più di 8000 persone, da una possibile seconda ondata Covid. Una seconda ondata creerebbe tanti problemi per molte famiglie e bambini. Io e Mario Biondi, con Nino Frassica, che sarà il testimonial ufficiale, vogliamo supportare questa situazione”.

Cantante, atleta, modella, ma dove trovi tutta questa energia?

“La trovo perché sono innamorata  della vita. Tanto tempo fa ho avuto la fortuna di vivere a Napoli. Di questa città sono innamorata, la sento come qualcosa che ti appartiene ma non è tua. La mia migliore amica vive lì. Le donne napoletane hanno una bellezza prorompente. Napoli mi ha insegnato che non esistono difficoltà insuperabili.  A Napoli mi sono sempre sentita tutelata, non ho mai percepito  la mia disabilità e ho visto persone che sono state capaci di donare pur non avendo nulla”.

Veniamo al Festival di Sanremo 1998: partecipi con ‘Senza te o con te’ e vinci sia la sezione ‘Giovani’ che quella dei ‘Campioni’. In quell’anno sei stata l’unica artista ad aver ottenuto quel doppio  risultato. Vogliamo provare a rivivere quella serata?

“Quella sera mi sentivo libera, ero molto più giovane. Quel palco non mi creava alcun timore. Essere abbagliata dai riflettori e non vedere il pubblico, forse mi ha aiutato. Ho affrontato quel palco con disinvoltura. In verità avrei voluto godermi quel premio un anno più tardi, nel senso che avrei preferito vincere soltanto le ‘Nuove proposte’, avendo la possibilità di fare un anno di gavetta per lavorare di più sulla mia musica. Tutto è successo  in fretta, tanto che decisi di prendermi un periodo di riflessione per capire  cosa volessi fare da grande”.

Come nasce Senza te o con te?

“E’ un pezzo di Massimo Luca,  che all’epoca era il produttore. Stava lavorando con Grignani all’album Falco a metà. Quando mi propose questo brano mi sembrò da subito fatto su misura per me”

‘Tale e quale show’ e ‘Ora o mai più’. Esperienze vissute in maniera diversa. Cosa ci puoi dire?

“Sì. Ora o mai più è stata la prima volta che ho affrontato delle situazioni senza potermi difendere. Certe considerazioni mi hanno fatto molto male perché erano ingiustificate. Tale e quale, invece,  è stata una famiglia bellissima. Carlo Conti è stato come un padre, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Aveva sempre una parola di conforto per tutti. La stessa Manuela Aureli è una persona eccezionale ed una grande amica”.

Annalisa, qual è l’artista straniero o italiano con il quale ti piacerebbe collaborare? 

“Vorrei tornare a cantare con Eros Ramazzotti. Nel 2000 cantai un brano scritto da lui, intitolato ‘La prima notte’. Una canzone che parlava di una Minetti molto giovane. Adesso mi piacerebbe cantare un brano dove Eros  raccontasse l’Annalisa di oggi”.

Tra i tuoi album, se dovessimo sceglierne uno, a quale ti senti più legata?

“Senza dubbio ‘Qualcosa di più’: si tratta di un disco che vedeva le firme di grandi artisti come Cocciante, Antonacci e lo stesso Eros. E’ un lavoro che ho affrontato con grande responsabilità”.

Un tuo ricordo su una delle persone più belle, pulite e sincere che possano esistere: parlo di Fabrizio Frizzi. Un grande uomo che conosci benissimo

“Fabrizio era una persona unica. Persone del suo spessore sono una ricchezza nazionale. Era una persona molto delicata e aveva  un’educazione unica.  Non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto, neanche dietro le quinte, dove a volte ci possono essere momenti di nervosismo. Lui no, sempre calmo. Io ci ho lavorato tantissimo, l’ho incontrato tante a volte a Miss Italia. Il suo esempio dovrebbe essere portato nelle scuole. E’ un esempio di vita, non sapeva dire di no a nessuno”.

Quali sensazioni hai quando condividi il palco con il tuo pubblico?

“Scatta un senso di gratitudine. Il pubblico è la nostra ispirazione, senza pubblico  non esisteremmo.  Dovremmo parlare con loro per ore e firmare autografi a volontà. Per noi è tutto”.

Il brano che senti di più?

Ho bisogno di credere è uno dei brani che veniva da un momento  in cui uscivo da Domencia Live, dove avevo difeso la mia disabilità al cospetto di un ennesimo atto d’ignoranza. Scrissi questa canzone che era quasi un urlo al rispetto della vita”.

Secondo te, in quale direzione sta viaggiando la nostra musica?

“Vorrei che ci fossero meno steriotipi, che si rispettassero di più le radici della nostra musica. La nostra musica arriva dal territorio partenopeo e fa parte del mondo. In Canada ci sono grandi tenori italiani che da noi neanche conoscono. Sai cosa cantano? Brani classici partenopei. Dobbiamo dare spazio alla melodia. E’ importante che la musica non venga offesa”. 

Qualcosa in cantiere per il futuro?

“Tra poco uscirà un mio singolo, parallelamente al progetto ‘Nemico invisibile’. Ci saranno grandi nomi dello spettacolo. Mi dedicherò molto di più alla musica, ma non abbandonerò lo sport”.


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