Laurea honoris a Gigi D’ Alessio: “Sono onorato ma non mi sono mai sentito un dottore o un maestro. Siamo trasportatori di emozioni”

di Claudio Donato

Il teatro “Vittorio Emanuele”, vestito a festa, pieno in ogni ordine di posti, ha accolto il cantautore Gigi D’Alessio che ha ricevuto la “Laurea Honoris Causa” dal conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Il prestigioso riconoscimento riguarda il contributo che l’ artista partenopeo ha saputo dare, anche attraverso i suoi arrangiamenti e composizioni, alla musica popolare. A introdurre la serata Caterina Meglio e Giuseppe Ilario, presidente e direttore del conservatorio di Benevento.

Nel corso della cerimonia, il cantante di “Non dirgli mai”, “Annarè” e tanti altri altri brani di successo, prima di regalare alcune canzoni agli spettatori, accompagnato da una una rappresentanza di musicisti pop-rock del conservatorio; ha affermato che, una volta, chi studiava musica classica e provava a suonare qualcosa di pop, era come se avesse commesso un sacrilegio.

La musica classica è paragonabile ai pilastri di un palazzo, poi possiamo usare qualsiasi stile – ha affermato il cantautore partenopeo -. Questi pilastri possiamo decidere di costruirli sulla roccia o sulla sabbia. In quest’ ultimo caso, però, la prima mareggiata porterebbe via tutto. Anche durante la composizione delle mie canzoni – continua – viene fuori la classicità. Per me la musica non ha barriere. Consiglio sempre di studiare la musica classica per poi fare le proprie esperienze. Siamo un po’ tutti figli dei vari Verdi, Mozart, Puccini. Chi fa musica pop, l’ ho detto in una recente intervista, dovrebbe riconoscere delle royalty a Puccini, che è un po’ il padre di tutti“.

Se tra 20 anni si parlerà ancora di un brano, vorrà dire che quella canzone è stata costruita sulla roccia”.

Di sogni ne ho realizzati anche troppi. Con le mie canzoni le persone si sono innamorate, hanno pianto, riso. Siamo trasportatori di emozioni. La musica non l’ho mai considerata un lavoro. Ho sempre detto che mi pagano per farmi divertire. Ho girato il mondo 15 volte, venduto oltre 30 milioni di dischi, duettato con i più grandi artisti nazionali e internazionali. Nella musica ci sono sempre tanti sogni da raggiungere, ma il vero sogno, sarebbe quello di vedere gli ospedali vuoti“.

A Benevento ho sempre trovato un pubblico meraviglioso. Qui sono venuto a cantare tante volte e ci tornerei volentieri”.

Un passaggio, D’ Alessio, lo fa anche sul nuovo disco.

Ci sono quattro brani inediti e altri quattro successi con dei nuovi arrangiamenti. È un disco che nasce dalla spontaneità perché la musica è sinergia e quindi anche un incontro con altri artisti”.

Ricevere questa laurea – prosegue – è un grande onore, che arriva dopo tanti viaggi, emozioni e incontri con tante persone che fanno questo lavoro. La musica è una cosa seria e non si finisce mai di imparare. Inoltre, la musica non uccide nessuno. Al massimo può creare qualche danno all’ udito. Oggi, attraverso l’ elettronica, si viaggia su un’altra corsia. Puoi aggiustare una nota e fare tante altre cose, ma poi ci sono altri tipi di problemi ai quali si va incontro. Quello che impari da giovane ti restano per sempre perché la mente è libera da tante cose“.

Ancora oggi, prima di un concerto, per riscaldare le mani eseguo brani che ho imparato al conservatorio e mi esercito con il famoso Hanon – Il pianista virtuoso“.

L’ emozione deve esserci sempre. Mi sento un lavoratore della musica, non un dottore e neanche un maestro. Sono contento che, grazie alla mia musica, si riesca a dare lavoro a tante persone. Molti si soffermano sul cantante, ma nel caso dei musicisti ci sono tanti anni di sacrifici e investimenti per comprare uno strumento. I musicisti dovrebbero guadagnare più dei cantanti. È una cosa che ho sempre pensato”.


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