ginevra Lamborghini: “ ‘Male mare che è in me’ è un viaggio introspettivo, dove cielo e abisso sono divisi da una sottile striscia”

di Claudio Donato

Ritroviamo con grande piacere ginevra Lamborghini per parlare dell’uscita del suo Ep, un viaggio introspettivo nel Mare (mare) del suo (io).

Ciao ginevra. Dopo lo scorso singolo “Isola grattacielo”, andiamo ad analizzare l’ uscita di questo Ep. Si tratta di un lavoro introspettivo che  “tramuta” il dolore in energia positiva. Aggiungiamo alcuni elementi in più?

Assolutamente sì. E’ un lavoro che affronta il tema del dolore. Si parla di relazioni tossiche e di tutto ciò che non è sano per il nostro equilibrio. I rapporti tossici sono vari, da quelli amorosi a tutto ciò che è legato alla società. Il titolo dell’Ep è voluto. Male e mare è un gioco di parole che parte dalla mia esigenza di raccontare qualcosa di profondo e personale. Mi sono accorta di avere tante cose da dire. E’ stato come scendere in un abisso di emozioni per approdare in fondo a questo male e ritrovarmi in un mare nel quale nuotare, perdersi e riemergere. E’ una metafora introspettiva, un navigare tra una striscia sottile che divide l’abisso e il cielo”.

Entrando un po’ nello specifico,  “Ira”, ad esempio, mette in evidenza  il tuo alter ego?

Esatto. Parla del rapporto che abbiamo con la nostra collera e l’irascibilità. Entrambi non vanno intesi come mero odio, ma sono costituiti da radici di sofferenza. Energeticamente parlando ho iniziato a conoscermi attraverso i miei scatti di emotività, dai più bassi a quelli più belli. Piano piano ho iniziato a comprenderli. Chi di noi non è stato mai travolto?”.

Le sonorità di questo brano, ma anche  dell’ intero lavoro, sono volute per rappresentare i vari tormenti interiori?

Certo. Con il mio producer abbiamo scelto l’atmosfera giusta per interpretare il tema che questo Ep tratta. La ritmica è pungente. La distorsione della voce, poi, rende il lavoro avvolgente e inquietante. E’ un risultato soddisfacente”.

In  “Non ho paura di te” affronti la delicata tematica dello stalking.

Nel caso specifico torniamo a quel rapporto tossico di una parte della società che ha una mascolinità tossica. E’ un tema che nel corso dell’anno si è sentito molto. Il brano invita a non avere paura del nemico. L’immagine di questa canzone è quella di una ragazza che la sera torna a casa da sola con tutte le paure del caso. “Non ho paura di te” è una presa di coraggio e denuncia di un tema molto delicato”.

“Mare che è in me” va a chiudere il tuo viaggio introspettivo. Ci racconti qualcosa in più?

Esatto. E’ la conclusione di un viaggio per approdare in quel mare che è sempre in movimento”.

Alla fine di questo viaggio, quali ulteriori consapevolezze hai acquisito?

C’è la consapevolezza di riabbracciare quell’interiorità che si sta perdendo sempre di più. Attraverso la nostra umanità dobbiamo cercare di mantenere quel collante necessario per l’ esistenza. Viviamo nell’epoca delle performance, dei numeri e dell’apparenza. Questo viaggio è stato molto importante perché mi ha aiutato a conoscere meglio me stessa. Ognuno di noi dovrebbe attingere da quel mare che ha dentro”.

Ogni giorno leggiamo tante notizie che non sono positive. Che idea ti sei fatta del futuro?

Non mi pongo la domanda, ma non perché non voglia farlo. Sono concentrata sul presente. Hai detto una cosa sacrosanta: siamo bombardati continuamente da brutte notizie e tutto questo ci porta a pensare troppo. Così facendo ci entrano dentro troppe energie negative. Credo sia meglio vivere e concentrarsi sul presente. La differenza possiamo farla con alcune scelte personalii. Il mondo non possiamo cambiarlo ma noi sì. Se ci pensi, ognuno di noi è un piccolo mondo, fatto di azioni e interazioni”.


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