Bianca Atzei: “Mi manca tantissimo il sound degli anni ’60, quando tutto era molto romantico”

di Claudio Donato

Nonostante i tanti impegni, ringrazio Bianca Atzei per aver trovato del tempo per parlare del suo nuovo album intitolato “1987“, ma anche di quel sound, tipico di quella musica degli anni d’oro, che ci crea molta nostalgia ma spesso ci viene in aiuto.

Bianca è sempre un grande piacere ritrovarti. Ti premetto che anche io sono legatissimo a quella musica che ci ha regalato grandi emozioni. La mia è una domanda – curiosità: in che percentuale, la nostalgia, ha inciso nella scelta di uscire con un album proiettato a quegli anni e, inoltre, diventare mamma cosa ti ha consentito di aggiungere a questo disco?

Questo cambiamento è stato importantissimo nella mia vita, ha cambiato tutto, a partire dalle dinamiche delle mie giornate. Avevo voglia di tornare musicalmente alle mie origini e in alcuni punti ho ripreso il mio stile originario, quello di La gelosia, La paura che ho di perderti o Ora esisti solo tu, ma c’è anche la necessità di trovare il mio tempo e i miei spazi, di divertirmi e di sentirmi un po’ più libera e spensierata“.

Il nuovo album, anche se per molti è un termine in disuso, ma anche io faccio parte dei nostalgici (conservo ancora i vecchi vinili, tanto per capirci), è stato preceduto dal singolo “Discoteca”. Riportandoti alla musica che ti ha accompagnato in quegli anni: ti chiedo se, anche tu, eccetto qualche caso, rispetto a quei brani che hanno scritto la storia della musica italiana, trovi una carenza di melodia e di testi?

La musica cambia, cambiano tante cose, la melodia rimane. Soprattutto quella che preferisco maggiormente, quella tipica degli anni ‘60, quando tutto era molto romantico, con tanti archi e linee melodiche che appena le ascolti ti rimangono in testa. A me quel sound lì manca tantissimo e cerco sempre spunti da riprendere nelle mie canzoni”.

A volte è incredibile come autori come D’Alessio e Diego Calvetti, riescano a tirare fuori e mettere su carta dei brani ‘introspettivi’. È come se a scriverli fosse stata la tua anima. Sei molto sensibile come artista e per questo te lo chiedo: quanto credi in quella che io non chiamo telepatia, ma interconnessione tra anime?

Quello di Diego e Gigi è stato un regalo importantissimo. Sono due persone, due anime, che si sono incontrate e – un po’ a caso – sono andate verso la stessa direzione. Senza che gli venisse chiesto, mi hanno fatto questo dono, una canzone meravigliosa che non mi aspettavo e che probabilmente io stessa non avrei potuto scrivere perché riguarda un momento talmente intimo e personale che, a volte, il solo pensiero di tornare a quel momento fa male. Cantarla dal vivo, forse, sarà faticoso”.

Quando sei di fronte al tuo pubblico che sensazione avverti?

Quando incontro il pubblico è sicuramente magia! È il momento in cui riesco a trasmettere quella che sono, tramite le mie canzoni. Esprimo me stessa al 100% e quando racconto di me, attraverso la mia musica, si crea una connessione meravigliosa con le persone che sono lì ad ascoltare”.

So che in questo periodo sei molto impegnata e ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato. Ringrazio il tuo staff e concludo con Sanremo. L’ultimo tuo festival risale al 2017. In questi anni hai pensato ad una nuova partecipazione?

Sì, ci ho pensato, avevo anche presentato Una cometa blu. Se avrò il brano giusto ci proverò di nuovo, è una vetrina importantissima”.


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